
Il caso: dopo 43 anni di matrimonio, segue il divorzio e il relativo assegno di mantenimento che lui deve corrispondere all’ex moglie: 670 euro, secondo il Tribunale.
Di diverso avviso, invece, i giudici di secondo grado, che riducono l’importo dell’assegno di mantenimento a 250 euro mensili (annualmente rivalutabili).
La donna lamenta un errato apprezzamento da parte dei giudici dell'appello, i quali avevano deciso per la riduzione valutando la consistenza del reddito della donna, la diminuzione del reddito del marito e l’omessa considerazione della comproprietà della casa coniugale.
Invece la Corte Suprema ritiene corretta la decisione dei colleghi della corte di appello, precisando che, nel caso in esame, l’uomo aveva lasciato la casa coniugale alla ex consorte, andando a vivere in un appartamento in affitto.
Insomma, gli oneri derivanti dalla locazione di un nuovo alloggio hanno giustificato la riduzione dell’assegno di mantenimento nei confronti della donna.
Fonte: www.dirittoegiustizia.it